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Treia Cattedrale SS. Annunziata

Il progetto della cattedrale (che è dedicata alla SS. Annunziata) è dell’architetto romano Andrea Vici, discepolo del Vanvitelli. La cattedrale è divisa in tre grandi navate a forma di croce greca con pareti a stucco, pilastri e colonne di ordine corinzio. A partire dalla destra di chi entra, la prima cappella è dedicata alla Madonna del Rosario, raffigurata in un quadro circondato dai Misteri. Le tavolette che rappresentano i Misteri del Rosario risalgono al secolo scorso e sono, anch’esse, di autore ignoto. Sotto l’altare si conservano le reliquie di S. Giustina Vergine e Martire. Percorrendo la navata, sempre sulla destra, c’è la cappella della Madonna della Misericordia, sotto l’altare si conservano le reliquie (ossa e sangue) di S. Orsola Martire, della legione Tebana. Presso l’altare si può ammirare il busto di Pio VII, opera di Pietro Tenerani, scultore neoclassico allievo del Canova e il busto di Papa Sisto V opera del Bologna. L’altare del Sacro Cuore, dedicato in precedenza a Sant’Anna, la madre della Madonna, conserva le reliquie di S. Matrona Vergine e Martire provenienti dal cimitero di S. Callisto. In fondo alla navata si apre la Sagrestia. Avanti all'ingresso è murata un'iscrizione cristiana proveniente dalle catacombe di San Callisto (Roma). È in lingua latina scritta con caratteri greci "Matrona filiae suae Matronae". La Sagrestia conserva una lunetta della "Deposizione di Cristo" nel sepolcro di Vincenzo Pagani, un busto in argento di S. Patrizio Vescovo, patrono della città, una tavola di Giacomo da Recanati in cui la Madonna appare al Beato Corrado da Offida presso il convento di Forano. A sinistra dell’ingresso c’è il mosaico detto della "Madonna del Fuoco", protettrice di Forlì. Dalla sagrestia si accede al coro dell’emiciclo absidale per poi arrivare alla cappella del "Preziosissimo Sangue", dove riposa il simulacro del "Cristo Morto" che dal 1884 viene usato ogni Venerdì di Pasqua per inscenare la passione, morte e deposizione di Gesù. Alla destra dell’ingresso della cappella vi sono due opere, la Madonna della Colonna, che dà il nome alla cappella, e le statue di S. Paolo e S. Pietro, che fiancheggiano il monumento al Cardinale Grimaldi. Proseguendo sulla destra si trova l’altare del Sacramento, lavoro del XVI secolo; la pala alla spalle raffigura l’Assunzione in cielo di Maria e Santi, le statue dei quattro evangelisti sono opera di Pietro Martini da Corridonia. L’ultima cappella prima dell’uscita è dedicata a S. Rocco, oggi il quadro e la statua del santo sono in altra sede per ospitare nella cappella la statua di S. Patrizio, patrono della città.

 

"Il Duomo non aveva facciata, ma solo quell'entrata principale di fronte all'altar maggiore, perché era unità, conversione a un centro, distanze uguali Quando lo ricostruirono, eccetto la torre campanaria, tutto rifecero, senza alterare la croce greca... Il ciborio dell'altare del sacramento mi interessava assai più della lapide che faceva da sfondo alla sedia del conte Grimaldi. Nel braccio sinistra della croce, era una costruzione tutta d'oro, stava sopra un grande altare isolato e, tolto il breve spazio per celebrare, l'occupava tutto. Rappresentava un tempio raccolto intorno a una grandissima alta cupola con quattro cupolette minori a croce, come sarebbe stato San Pietro se non l'avessero allungato."

Da “Giù la piazza non c’è nessuno” di Dolores Prato

 

CURIOSITÀ

Nel 1782 fu posta la prima pietra della nuova cattedrale. La città partecipò alla costruzione con grande entusiasmo, anche perché fiduciosa nelle indulgenze che i sommi pontefici avrebbero elargito a quanti avessero contribuito alla costruzione del tempio.
Venne ultimata dopo più di 30 anni, nel 1814 e consacrata solennemente il 29 settembre dello stesso anno da San Vincenzo Maria Strambi, allora vescovo di Macerata e Tolentino.
Il costo della imponente costruzione fu valutato in 50.000 scudi d'argento.

 

L'ARCHITETTURA

L'originale prevedeva una pianta a croce greca, ma vennero apportate modifiche che condussero ad un disegno anomalo. La chiesa doveva essere più lunga e la facciata rivolta verso via Lanzi. Si dice che la famiglia che abitava nel palazzo, che oggi è dei conti Bezzi, chiedesse di far cambiare posizione alla facciata e che per questo la pianta si accorciò di un pilastro. La tradizione vuole anche che, per la costruzione del materiale laterizio, sia stata allestita una fornace (con sede nell'attuale campo sportivo). La domenica i fedeli, dopo la messa, preparavano i mattoni per tutta la settimana. San Giuseppe Labre, che passava di frequente pellegrinando da Roma al santuario di Loreto, collaborò portando sulle spalle pietre e mattoni ed incoraggiando i fedeli ad imitarlo.

 

CURIOSITÀ

Il prezioso quadro della "Madonna della Misericordia" (dipinto dal Miccinelli) fu donato alla cattedrale nel 1715 dal gesuita padre Giovan Battista Scaramelli.
L'immagine fu incoronata da papa Pio VII, reduce dalla prigionia di Savona, il 17 maggio del 1814, nella basilica di San Nicola a Tolentino. Dopo la messa il pontefice si inginocchiò davanti all'immagine e le pose sul capo la corona dicendo: “Come per le nostre mani o Vergine sei coronata in terra, così fa che noi per te meritiamo di essere coronati in cielo di glorie e di onore da Gesù Cristo tuo figlio”.

 

LA PITTURA

Nella tavola di Giacomo da Recanati (1412) la Beata Vergine è circondata da angeli e santi in atto di porgere al Beato Corrado da Offida il bambino. In basso, a sinistra, è raffigurato Il Beato Pietro da Treia dalla cui mano pende un cartello con il motto "Laetus moriar quia vidi Dominum meum". Conservato presso il convento di Forano, il quadro fu donato alla cattedrale dalla famiglia Grimaldi che lo acquistò dopo la cacciata dei religiosi ai tempi di Napoleone, nel 1812. Nell'abside, invece, si ammira un'ottima copia dell'Annunciazione di Guido Reni, il cui originale si trova nella cappella del Quirinale a Roma. La copia è del pittore romano Luigi Romagnoli.

 

FONTE BATTESIMALE

Era l'unico fonte battesimale della città che serviva a tutte le chiese. Risulta che esistesse fin dal IV secolo. E’ un capitello di marmo, di ordine corinzio, databile circa alla metà del I secolo d.C., ricordo della Trea romana.

 

IL SS. SACRAMENTO

La cappella del SS. Sacramento è stata inserita successivamente nel complesso architettonico della cattedrale, disegno di Francesco Dionisi, lavori eseguiti dalla ditta Prenna di Treia.

 

LA SCULTURA

Nella cappella della "Madonna della Misericordia" si conserva un artistico busto di Papa Sisto V, al secolo Felice Ferretti, opera di Bastiano Torrigiani detto il Bologna. Allievo di Guglielmo Della Porta (1515-1577), presso il, laboratorio romano del quale operò fino a succedergli dopo la morte, realizzò il busto tra il 1585 ed il 1590. Venduto nel 1784 con altre rarità della villa fondata dal pontefice, dopo essere passato in più mani, pervenne in quelle del Cardinale Grimaldi, che lo conservò per qualche tempo e, dopo aver permesso al cardinale massimo di farne due copie in gesso colorito in bronzo, si privò del busto originale donandolo nel 1835 alla cattedrale della sua amata città, quella Treia che già Sisto V aveva avuto in animo di erigere a vescovado.

 

CURIOSITÀ

Un esemplare coincidente con il busto di Treia si conserva al Victoria and Albert Museum di Londra.

 

IL BEATO PIETRO

La statua del Beato Pietro da Treia è opera della ditta Collini di Faenza (4 settembre 1904, seicentesimo anniversario della morte del Beato Pietro).

 

LA GRANDE CRIPTA

La cattedrale si fregia di una vasta cripta alta circa 9 metri con una superficie pari alla metà della chiesa superiore.

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